Cos’è il Gioco della Trasformazione®
Il Gioco della Trasformazione a prima vista sembra un gioco ludico come tanti altri: ha un tabellone, delle caselle in cui avanzare, dadi e carte di istruzioni. Ma ogni similitudine da qui in poi scompare.
Ogni giocatore arriva al Gioco della Trasformazione con un intento, un obiettivo sul quale avere maggiori soluzioni, intuizioni, illuminazioni.
È un potente, magico strumento che favorisce il cambiamento, un mezzo incredibilmente efficace per contattare i livelli più profondi del sé, condotto da un Facilitatore Accreditato (il cui ruolo viene opportunamente descritto in una apposita pagina di questo sito – clicca qui).
Mostra come ci giochiamo la nostra vita, e ci aiuta a fare un altro passo verso una maggiore comprensione di noi stessi. Ogni singolo gioco ci offre una possibilità di rivalutarci ed amarci ogni volta un po’ di più.
Per capirlo meglio è necessario considerare 3 punti:
1- Prima di tutto è bene tenere a mente che, dopotutto, è un gioco.
2- La chiave di questo gioco è che sono i giocatori stessi a determinare quale aspetto della propria vita vuole migliorare o cambiare, quali risorse potenziare e quali ostacoli superare, o come esplorare altri modi di affrontare una certa situazione, e tutto questo in un contesto di fiducia reciproca.
3- Il Gioco®, con tutte le parti che lo compongono e le sue regole, funziona.
È uno strumento per la rivalutazione di noi stessi perché non solo ci permette di osservare qualcosa che non che non è più funzionale per noi e poterlo lasciar andare, ma soprattutto ci consente di prendere coscienza di nostre potenzialità e di tutti quegli aspetti positivi che, quando coltivati opportunamente, possono portare maggiore qualità alla nostra vita.
Il Gioco può essere offerto con varie possibilità:
– Sessioni Individuali (qui tutte le informazioni)
– Gioco da Tavolo per gruppi da 2 a 6 persone (qui tutte le informazioni)
– Gioco di Gruppo da 9 a 20 persone (qui tutte le informazioni).
Gli incontri possono avere la durata di un pomeriggio (con due persone, ad esempio) fino a due o più giorni a seconda del numero di partecipanti.
Per ulteriori informazioni contatta direttamente il facilitatore di tua scelta.
Li trovi tutti QUI
LE ORIGINI
È difficile per chi non si sia mai recato presso la Comunità di Findhorn, o non vi fosse rimasto per un tempo sufficientemente lungo, comprendere cosa rappresenti quella realtà. È un luogo dove il processo di crescita personale ed il rapporto con lo spirito vengono stimolati continuamente.
Di questo era ben cosciente Joy Drake, membro da molti anni della Fondazione, quando sentì nascere dentro di sé il desiderio di dare vita ad uno strumento che desse la possibilità di imparare le lezioni e ricevere gli stimoli che l’ambiente di Findhorn può mettere a disposizione, senza dovercisi recare e rimanere per almeno tre anni.
“Era come voler distillare l’essenza del processo educativo che si attiva nel momento in cui incominciamo a vedere la vita come una palestra in cui si impara a crescere” come lei stessa condivise alcuni anni fa.
In un suo articolo nel 1985, spiegò come il processo che portò al Gioco originale «fu lento e graduale e si sviluppò in un percorso di fede cieca nella mia intuizione. Nessuno, tanto meno io, poteva comprendere cosa fosse questa cosa che era contemporaneamente ossessione, gioco, hobby. Non era certo qualcosa nato alla sera alla mattina.»
È facile comprendere come fosse difficile per Joy spiegare cosa accadde in quel periodo della sua vita, ma, nonostante ritenesse le parole inadeguate a descrivere la sua esperienza, continua così la sua storia: «Mi sento nel flusso, come se stessi facendo qualcosa di veramente profondo, come inventare l’algebra. So che questo vi sembrerà ridicolo, ma è così che mi sento dentro.
Come posso prendervi tra le braccia e permettervi di sentire i fremiti d’entusiasmo e le cadute che hanno caratterizzato questo incredibile periodo della mia vita? Emerge organicamente, con sudore, gioia, amicizia e lacrime; il germoglio di un impulso planetario più ampio che, in un modo o nell’altro, tutti quanti sentiamo.
Fu un lavoro duro, rigoroso e faticoso. Il risultato fu una combinazione tra gioco e seminario, con una magica fusione del più alto livello di compassione e intelligenza con saggezza e integrità. Il contesto di estremo sostegno che offriva, faceva sì che si potesse raggiungere una profonda comprensione ed accettazione di se stessi e del processo di cambiamento che stava avvenendo.
Il Gioco era in grado di riflettere con incredibile chiarezza la vita dei giocatori: le loro crisi, le loro sofferenze e limitazioni, le loro celebrazioni, la loro gioia, i loro miracoli. Continuò ad avere il nostro interesse ed attrasse un gruppo iniziale di guide e giocatori, sostenitori. Così, in sordina, quello che inizialmente era un passatempo al quale veniva dedicato il nostro tempo libero, divenne un programma di lavoro a tempo pieno, che si estese a dismisura nel momento in cui lasciammo che la potenza ed il potenziale del Gioco si esprimesse.»
Da quando in Joy incominciò a farsi strada l’idea iniziale, sentì sempre più forte il bisogno di esplorare i vari modi per sviluppare questa idea, e non mancò di ricevere ispirazione anche attraverso un certo numero di altri giochi o realtà in voga a quei tempi.
Joy si chiedeva cosa sarebbe potuto accadere se le persone fossero state messe in grado di affrontare esempi specifici di atteggiamenti o comportamenti che potevano farle avanzare o, viceversa, bloccare nel loro cammino verso la consapevolezza e la completezza.
Incominciò così a scavare nelle sue stesse esperienze di vita ed in quelle dei suoi amici, e fu così che ebbero origine i due mazzi di carte principali del Gioco: le Risorse e gli Ostacoli.
Gradualmente, utilizzando le risorse, così immensamente ricche, che man mano giungevano da esperienze di vita o pensieri di varie persone, vennero inclusi nel gioco tutti quegli aspetti che costituiscono gli schemi e gli intrecci della vita umana: miracoli, benedizioni, lacrime, intuizione, la notte buia dell’anima o depressione, i propositi o scopi della vita, gli angeli, le sfide, il libero arbitrio e così via.
E sebbene i giocatori facessero avanzare le loro “personalità” di casella in casella lanciando il dado, non erano partecipanti passivi in questo processo. Molte delle caselle richiedevano infatti che loro stessi si esercitassero nel prendere iniziativa o nell’usare l’immaginazione; che condividessero in maniera assai profonda a livello personale e che prendessero le loro decisioni e facessero le scelte necessarie in quel preciso momento della loro vita.
Ciò che il Gioco stava facendo era mettere a disposizione certi parametri entro i quali i giocatori potessero creare la loro esperienza personale.
Furono poi creati i diversi “regni” di esperienza, cosicché le persone potessero esplorare la loro relazione con aree particolari della loro vita. Si creò una struttura dove i giocatori potessero “nascere” e crescere, dapprima attraverso i vari livelli del fisico, dell’emozionale e del mentale e poi oltre, nel regno dello spirito.
Poi vennero introdotti nel Gioco anche gli Angeli, inizialmente attraverso 52 qualità positive, quali la Grazia, la Compassione, il Perdono, la Luce, la Trasformazione, il Potere, la Guarigione, per citarne alcune. Prima di iniziare e dopo aver fatto chiarezza sui propri propositi, i giocatori venivano chiamati a scegliere una di queste cartina e quella sarebbe stata la qualità con la quale ciascuno avrebbe lavorato per tutta la durata del gioco e dalla quale avrebbe potuto trarre continua ispirazione.
Sebbene l’idea originale del Gioco fu di Joy, lei è sempre pronta a puntualizzare che sono stati in molti ad essere coinvolti nel suo sviluppo e realizzazione finale,anche se alcuni lo fecero consapevolmente mentre altri no.
«Continuavo incessantemente a sentire persone parlare di quali cose meravigliose accadevano nella loro vita o di quali sfide stessero affrontando. Così correvo a casa per scrivere il testo di una Risorsa o di un Ostacolo», racconta Joy, «oppure leggevo una poesia o facevo una certa esperienza durante una meditazione guidata che mi dava l’idea per un’altra Risorsa.»
Ma lo sviluppo del Gioco implicò anche molte ore di gioco effettivo con “simpatizzanti e devoti del Gioco”, utilizzando tabelloni improvvisati, all’interno di sessioni nel corso della quali i presenti si scambiavano tutto ciò che passava loro per la testa ed esprimevano il loro parere; dove non mancarono lunghe discussioni filosofiche sulla natura del dolore, della creatività, di Dio, della spiritualità, della personalità, del Tutto, di come funziona il mondo, ed una gran varietà di altre tematiche correlate.
In questi incontri serali venivano sperimentate le varie idee, man mano che si sviluppavano e prendevano forma e ci vollero diciotto mesi per costruire le varie parti che costituirono il primo prototipo del Gioco. Il rapporto col Gioco era per Joy la cos più importate, una sorta di relazione esclusiva: mangiava e dormiva col Gioco.
LE PRIME VESRIONI
Quello che oggi chiamiamo Gioco della Trasformazione germinò nel 1977, ma non nacque subito come “gioco in scatola”.
La prima versione di gioco, quella che ancora oggi è nota col nome di Gioco Planetario, si giocò a Findhorn nel giugno 1978 come parte di un seminario dal titolo “L’arte della sintesi”.
Coinvolse venti giocatori e quattro guide e, nonostante fossero utilizzate attrezzature molto rudimentali, già in quell’occasione il gioco si rivelò uno strumento estremamente potente, accurato e di grande capacità di trasformazione.
Il Gioco Planetario può coinvolgere da venti a cento giocatori. Il percorso è rappresentato da un tracciato posto sul pavimento, sopra al quale i giocatori si muovono fisicamente, proseguendo da una casella all’altra per esplorare le varie opportunità di connettersi con tutti gli aspetti della vita e per lavorare creativamente in aree che sono fonte di particolare attenzione a livello personale e planetario.
In qualche modo è difficile descrivere questa forma di gioco a chi non è addentro nemmeno con l’ultima versione rappresentata appunto dal Gioco in scatola, che è la più semplice ed elementare. Pur tuttavia, non si può non tenere conto del fatto che il Gioco Planetario è il capostipite di una serie di strumenti di crescita, tutti facenti parte della stessa “famiglia”, e nell’esposizione della storia e delle origini del Gioco è opportuno rispettare l’ordine in cui gli eventi si sono verificati.
Per iniziare il Gioco, qualunque ne sia la versione, è fondamentale stabilire un proposito da tenere in mente ogni qualvolta si lancia il dado. Nel Gioco Planetario viene fissato un proposito di Gioco che riflette un bisogno di crescita collettivo, come ad esempio il comprendere come essere di maggior servizio per il pianeta ed offrire tolleranza, pazienza comprensione nei nostri rapporti interpersonali.
I partecipanti vengono poi suddivisi in cinque “famiglie” ciascuna delle quali avrà un proprio proposito specifico, in linea con quello generale succitato. All’interno di ogni famiglia viene selezionato, attraverso una sofisticata dinamica di gruppo, un nucleo centrale di quattro persone rappresentanti rispettivamente l’Ostacolo, la Risorsa, l’Angelo ed infine il giocatore che agirà in nome e per conto di tutta la sua famiglia.
Gli altri componenti di quel nucleo familiare, pur non rivestendo alcun ruolo specifico, saranno di sostegno al nucleo centrale e ciascuno di essi avrà anche un proprio proposito personale di gioco.
Un modo semplice per definire il Gioco Planetario è descriverlo come uno strumento che amplifica le tematiche affrontate in modo da viverle sia a livello personale che planetario, rendendo visibili gli schemi che stanno dietro al problema e che lo provocano, facendo emergere nuovi modi di rispondere alle vecchie sfide della vita.
Attraverso l’impegno di giocare insieme con unità di intenti, possiamo intenzionalmente accelerare il cambiamento ed essere di aiuto nel portare avanti quella trasformazione planetaria che tiene conto di una nuova visione olistica del mondo, creando e portando sempre più in manifestazione una nuova visione e nuove speranze, trasformando le nostre sofferenze collettive e costruendo nuove forme-pensiero positive per il futuro.
Nell’ottobre 1978 si tenne per la prima volta il seminario con la versione oggi definita come Board Game, il cui titolo iniziale fu “Il gioco della vita”. Si tratta di un seminario di una settimana con cinque giocatori e due guide. E’ un’esperienza molto profonda, che si sviluppa intorno ad un tavolo che simboleggia il mondo dei giocatori ed il seminario riproduce, in miniatura, il percorso dell’anima nella vita.
Il materiale utilizzato in quell’occasione non era rudimentale come nelle sperimentazioni precedenti, ma non era ancora quello definitivo, Le carte erano scritte a mano, in bella calligrafia, mentre le altre parti che servivano ad allestire il tavolo erano di legno e vetro: il tutto raccolto in una valigetta.
Ci vollero poi sei mesi per produrre il materiale di gioco definitivo. Il successo fu immediato e da questo successo si sviluppò il seminario che ancora oggi viene proposto all’interno della Findhorn Foundation con durata variabile da tre giorni a una settimana.
Questo prodotto fu ancora frutto del pensiero di Joy, anche se per realizzarlo fu necessario il contributo e l’aiuto di molte persone.
Fu nell’ottobre 1978 che Joy incontrò Kathy Tyler e quell’incontro diede vita ad una coppia che trasformò il lavoro e l’impegno di una singola persona in lavoro ed impegno di gruppo. Si trattò di un’alleanza estremamente creativa.
L’esperienza di Kathy come insegnante di meditazione, a cui si aggiungeva la sua vasta conoscenza del mondo interiore, fu di grande aiuto nel dare all’energia inizialmente grezza del gioco il giusto valore: la sua chiarezza, attenzione ed una profonda capacità intuitiva permisero di comprendere a fondo come il gioco agiva, non dal punto di vista del processo di crescita consapevole che attivava nelle persone, ma soprattutto si comprese come il gioco funzionava interiormente.
Kathy contribuì nel dare al gioco una forma fisica, creando una struttura sofisticata in grado di funzionare con facilità ed equilibrio, ma introdusse anche un importantissimo tassello che fino ad allora mancava: l’utilizzo dell’intuizione come mezzo di comprensione unito alla possibilità di portare avanti un processo di crescita in modo dolce. Tutti gli aspetti dell’attrezzatura del gioco, nonché la struttura del seminario stesso, furono dunque rivisti e migliorati.
Kathy e Joy insieme sentirono anche l’esigenza di educare altre persone perché potessero imparare ad entrare in contatto con la propria intelligenza superiore. Fu così che si sviluppò un nucleo centrale di guide qualificate del gioco da tavolo. Era emersa la possibilità di creare la struttura di un processo educativo rimarchevole, che poteva essere ripetuto nel tempo.
Grazie alle opportunità di consapevolezza che il Gioco offriva, insieme a trasformazione personale e crescita spirituale, divenne presto uno dei seminari più popolari a Findhorn. Tutti volevano poterne fare esperienza. Così il Gioco venne introdotto in molti programmi, soprattutto in quelli di formazione dei nuovi membri della Fondazione.
Il Gioco continuava dunque la sua evoluzione: era estremamente magnetico e sempre più persone gli dedicavano tempo ed energia.
Fu così che incominciò a giungere a Joy e Kathy la richiesta di uno strumento che potesse essere disponibile commercialmente. Tuttavia l’impresa non sembrava delle più facili: come potevano condensare in una scatola un seminario così sofisticato?
Era davvero possibile rendere il gioco maggiormente disponibile senza ridurne il potere e l’integrità?
IL GIOCO IN SCATOLA
Fu dopo un viaggio negli Stati Uniti che Joy e Kathy decisero di trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti, dove fondarono la InnerLinks Inc., società che gestisce il Gioco in tutte le sue forme, e poterono dedicarsi, tra l’altro, alla realizzazione della versione in scatola del gioco, superando quindi quelle barriere che fino ad allora avevano impedito loro di accettarne una diffusione più ampia.
Ricominciarono da zero per far rinascere il Gioco in una nuova forma. Ogni fase dello sviluppo richiese un impegno più profondo, investimento economico e la loro sempre maggiore trasformazione personale.
Già nel gennaio 1986 incominciarono a prendere prenotazioni per il gioco in scatola, anche se il lancio vero e proprio si ebbe il 20 luglio 1987. Infatti, dopo 18 mesi di giochi di prova e diversi studi per valutare come sviluppare il prodotto.
Così ebbe inizio la diffusione di IL GIOCO DELLA TRASFORMAZIONE: Il Gioco che può cambiare la tua vita! E nel primo anno ne furono vendute ben 5000 copie!
A proposito di questa versione di gioco, è bene sottolineare che Joy e Kathy ben riuscirono nel loro intento di rendere maggiormente disponibile il gioco senza ridurne il potere e l’integrità, poiché le potenzialità di quello che viene comunemente chiamato “Gioco in Scatola” non sono per nulla trascurabili e molto di quanto già affermato sulle prime versioni del Gioco vale anche in questo contesto, in particolare se sotto la guida attenta di un facilitatore accreditato.
Il Gioco della Trasformazione fu pubblicato in italiano nel 1996, ma da molti anni ormai non è più disponibile nella nostra lingua.
Nella mia qualità di facilitatrice accreditata dal 1989 utilizzo un tabellone di gioco professionale che, nella versione da tavolo, mi abilita a condurre gruppi anche di 6 persone.
GIOCO INDIVIDUALE
È possibile fare esperienza del GIOCO DELLA TRASFORMAZIONE® anche attraverso sessioni individuali, ora possibili anche a distanza via Skype, Messenger o Zoom.
Questa versione del gioco individuale, definita SOLO GAME, è una vera e propria sessione di coaching della durata di circa 3 ore, che ti permetterà di ottenere risposte precise e dirette per qualsiasi situazione sulla quale intendi lavorare, e alla fine della quale sarai in grado di definire anche dei passi concreti che ti porteranno a raggiungere il tuo obiettivo.
Differentemente dalle altre versioni del Gioco, questa esperienza non prevede la presenza di altri giocatori e ti offrirà quindi il privilegio di avere solo per te la presenza e l’attenzione del facilitatore che ti guiderà passo dopo passo lungo il percorso che si delineerà per te man mano che procedi, con il sostegno delle qualità degli Angeli, nell’elaborare gli ostacoli e nell’esplorare le risorse e le varie situazioni che attraverso le diverse caselle il Gioco di porrà di fronte.
Puoi ripetere queste sessioni quante volte lo riterrai opportuno, su tematiche differenti, fino a costruirti un vero e proprio percorso di coaching.
IL GIOCO DI GRUPPO
Si tratta di una versione ingrandita del tradizionale Gioco della Trasformazione e si gioca in un gruppo composto da 8 a 12 persone con un facilitatore, fino ad arrivare a 20 persone con la presenza di due facilitatori.
In questa versione allargata si gioca in squadre composte ciascuna da 3 a 5 persone, su percorso posto sul pavimento.
Il Gioco di Gruppo è un grande processo di apprendimento collaborativo, che offre l’opportunità, unica nel suo genere, di lavorare a due livelli: personale e di gruppo. I partecipanti si focalizzano su aree di loro interesse, sia su un piano individuale che collettivo, e lavorano creativamente insieme per acquisire intuizioni, consapevolezze, chiarezza, guarigione e soluzioni.
Giocare questo Gioco è divertente, dinamico e amplia la visione personale. Oltre alle comprensioni e alle intuizioni che offre sui propositi di gruppo, il gioco offre ai partecipanti anche l’opportunità di ottenere un’immagine chiara di come essi operino insieme, di identificare le forze, i talenti e le qualità che essi apportano, di lasciare andare i modelli disfunzionali, di sperimentare e accrescere la spontaneità e la creatività, di sviluppare autostima, fiducia in sé stessi e stile.
Permette inoltre ai partecipanti di condividere rispetto, apprezzamento, riconoscimento e celebrazione, di approfondire la fiducia nei compagni di squadra e in sé stessi, generare soluzioni per gestire situazioni bloccate e per migliorare la qualità e il piacere della vita di gruppo.
È un modo per imparare a lavorare con gli altri in modo da riconoscere la complementarietà dell’energia personale degli uni e degli altri, oltre che il contributo che ognuno ha da offrire al tutto e come ci influenziamo vicendevolmente.
Il Gioco offre un contesto nel quale vengono accresciute e velocizzate la consapevolezza personale, il lavoro di gruppo e la crescita spirituale. La crescita individuale e l’apprendimento sono inevitabili. Questa versione del Gioco tuttavia è giocata a un livello più che personale.
Impegnandosi consapevolmente a giocare insieme, i partecipanti possono esplorare la loro interconnessione in modi tangibili, realizzare il proprio potenziale per effettuare cambiamenti in sé stessi, nei gruppi a cui appartengono e nel mondo, e contribuire a creare speranza, visione e movimento nel nostro corpo collettivo.