Era luglio del 1988 e, per la prima volta, mi trovavo a Findhorn per la Settimana di Esperienza in italiano. Una sera, un membro della Fondazione, Joshua Nicolosi, presentò al nostro gruppo Il Gioco della Trasformazione: per me fu un colpo di fulmine, un incontro d’Amore. Chiesi come si diventasse facilitatori e mi fu risposto che era un training in inglese e, generalmente, tenuto in inverno. All’epoca insegnavo nella scuola pubblica, la mia conoscenza dell’inglese era meno che elementare, quindi lo ritenni un sogno destinato a rimanere tale.

Ma i miracoli avvengono quando collaboriamo con la Legge della Manifestazione, come Findhorn insegna!!!

Nella sessione di Novembre del 1990 del Tranformation Game Facilitators Training ho ricevuto l’accreditation per facilitare Il Gioco, obiettivo per il quale avevo speso l’intera estate a studiare l’inglese, ore e ore con cassette, registratore, libri.  Anche la scuola faceva parte del passato prossimo, avendo iniziato la libera professione di counselor.

Da allora ho facilitato non so più quante sessioni, eppure, ogni volta, Il Gioco riesce ancora a sorprendermi, ne riscopro ogni volta la profonda saggezza, la sua capacità di accompagnare e sostenere, con rispetto e amorevolezza, ogni giocatore/giocatrice nel processo personale di crescita e autoconoscenza.

Con ciascuna facilitazione vivo un’esperienza nuova e diversa, niente è meccanico o prevedibile. Il Gioco crea un dialogo ed un rapporto unici e diretti con chi lo sceglie come “compagno di viaggio”, e il mio ruolo è di lasciare che questo avvenga e che la persona possa beneficiare di tutta la potenza e la presenza viva del Gioco.

Alla luce della mia esperienza di facilitatrice, posso affermare che Il Gioco della Trasformazione possiede il grande dono di offrire un lavoro su di sé mirato e profondo; la persona raggiunge una consapevolezza chiara e completa di quell’aspetto di sé o della sua vita che intende vedere e comprendere in una visione globale e autentica di sé.

Un grande dono del Gioco è lo stimolo a vivere il cambiamento non come separazione dolorosa, ma come processo vitale e intenzionale, per riscoprire sempre più la gioia e la luce in noi, e quanta bellezza e felicità possiamo far fiorire nelle nostre vite e irradiare intorno.

Oggi, con così tanti anni di facilitazione, ho maturato la convinzione che Il Gioco della Trasformazione è un ponte diretto tra la persona e il Sé, e questa per me è la spiegazione di tutti i momenti magici che avvengono in ogni incontro, sincronicità certo non dovute al caso, ma al dialogo che Il Gioco permette di stabilire, in modo chiaro e diretto, tra la parte sana della personalità e il Sé, e al Deva, l’Intelligenza Creativa che lo protegge e ispira.

È un grande onore per me servire Il Gioco della Trasformazione e gli sono grata per l’energia di rinnovamento ed evoluzione che mi ha trasmesso negli anni e mi trasmette in questo momento presente così sfidante sotto tanti punti di vista,

Riferimenti di Anna Colombo

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